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STAGIONE 2018 2019-02-22T17:44:18+00:00

EDIPO RE e ANTIGONE sono i protagonisti della stagione 2018. Le opere sono legate da un fil rouge che unisce la storia della civiltà e del pensiero greco ad emozioni vibranti. Un registro inconsueto e un allestimento che rispondono alle regole di un visionario direttore artistico. Predominano il sapore metallico del sangue, suoni sinistri di un querulo canto di mostri mitologici, un’atmosfera atra come il petrolio e il tanfo nauseabondo di un cantiere underground. Entrambe le opere mantengono la classicità con l’inserimento della metrica puramente greca in distici elegiaci e trimetri giambici. Gli “eroi” di queste tragedie incarnano appieno il molteplice aspetto della natura umana e della grandezza spirituale confrontandosi con l’inevitabile equilibrio di ordine cosmico esercitato dalla legge del fato secondo il principio del -μηδὲν ἄγαν-, mai eccedere.

EDIPO RE

Una violenta epidemia ed una fiera mostruosa molestano la città di Tebe. Il popolo è infermo e i saggi sono inquieti. Edipo libera la città dalla morsa della Sfinge ma l’aria nel regno resta irrespirabile. Odore di vergogna, di malattia. Edipo è irrequieto: si sente solo, minacciato, non trova risposte. Immondi ricordi gli attanagliano la mente. Freddi e taglienti come fossero un aborto meditato che forse sarebbe stato meglio che avvenisse. Eppure l’oracolo di Delfi non fu mai esplicito come allora… i tasselli prendono posto e le immagini si completano: è troppo tardi.

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ANTIGONE

I figli di Edipo, Eteocle e Polinice, sconsiderati, violenti, maledetti nel sangue, hanno condiviso la morte per mano propria. Tebe non ha un regnante, è nuovamente preda del disordine. Creonte, cognato di Edipo, ha il diritto di ascendere al trono. Ha le idee chiare: obbedienza. Alla legge non alla pietà. Ma chi più di una donna sola, torturata dalla circostanza, può cercare conforto nella pietà a dispetto di ogni regola? L’orgoglio costa caro. L’equilibrio delle cose non può essere manomesso, perché se scivola la presa, si frantuma. E alle orrende conseguenze non c’è mai un limite.

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